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Massaggio traverso profondo

Massaggio traverso profondo

Il massaggio trasverso profondo (MTP), detto anche Cyriax, è un tipo di tecnica che si basa sul massaggio profondo fino ad arrivare alla sede del dolore o della lesione, evitando così le aree di tessuto sano circostante.

Questo trattamento permette di trattare lesioni muscolari o tendinee, con l’obiettivo di ristabilire o mantenere l’elasticità e mobilità standard dei tessuti e di trattare una zona ben limitata e localizzata, agendo sulla struttura anatomica affetta da infiammazione post-traumatica, oppure sulle aderenze.

Il trattamento è preceduto da un esame minuzioso al fine di ottenere una valutazione globale sulla situazione clinica del paziente.

Lo scopo di questo trattamento è mantenere o ristabilire la normale mobilità ed elasticità dei tessuti; permette inoltre di trattare solo l’area selezionata senza intervenire sulle parti del tessuto sano adiacente.
L’indicazione terapeutica principale è per il trattamento delle tendiniti: epicondilite, infiammazione del tendine rotuleo, pubalgia, tendiniti della spalla, ecc.

Questo trattamento serve anche a:

  1. Bloccare la formazione di tessuto fibroso cicatriziale, evitando la creazione di aderenze tra le varie fibrille.
  2. Abbassare temporaneamente il dolore e stabilizzare il flusso di metaboliti, stimolando l’iperemia locale.
  3. Riposizionare le fibre di collagene nel loro allineamento normale, sistemando i fasci nel modo più corretto per dare una risposta adatta agli stimoli meccanici.
  4. Mandare stimoli ai meccano-recettori per interferire con i messaggi afferenti nocicettivi che viaggiano in direzione del cervello.
  5. Evitare che nel tessuto fibroso danneggiato si crei un’infiammazione che si auto-alimenta.
  6. Aiutare la formazione di una cicatrizzazione funzionale e forte.
  7. Tramite il moto all’interno della struttura anatomica interessata si prevengono o demoliscono le aderenze formate in seguito alla lesione del tessuto.

Si agisce con una particolare tecnica manuale su una struttura anatomica ben limitata e localizzata, affetta da un fenomeno infiammatorio post-traumatico o con aderenze.

  1. il fisioterapista posiziona il dito, il gomito o le nocche sulla zona interessata e pratica un movimento (pressione e frizione) perpendicolare rispetto alla direzione delle fibre che formano la struttura interessata, si rompe o si inibisce la formazione delle aderenze cicatriziali;
  2. questo massaggio causa un aumento dell’iperemia locale, aumentando così la velocità di eliminazione delle sostanze infiammatorie;
  3. la forte stimolazione dei meccanocettori inibisce la trasmissione del dolore.

Esistono diverse tecniche per esplicare al meglio questo messaggio. Due le più importanti: la classica a frizione perpendicolare e la tecnica a frizione circolare.

Quest’ultima consiste nel prendere il tendine interessato tra il pollice e l’indice, applicando la pressione in senso circolare.
Con questa tecnica si può trovare un “grumo” o anche punti nel quale il tendine è più sensibile.
Con la tecnica a frizione circolare si riesce ad impedire che si possa generare un’infiammazione nel tessuto fibroso danneggiato che si auto-alimenta. Quindi lo scopo è aiutare la formazione di una cicatrizzazione funzionale.
Individuato il punto dolente, si esegue il massaggio praticando un movimento con la punta del dito indice sostenuto dal dito medio, sempre in senso trasversale rispetto all’orientamento delle fibre lese.
Bisogna individuare la zona della cute dove ci sono le cheloidi, pinzarla e mobilizzare il sotto cute con movimenti contrapposti alle mani.
Questa tecnica si utilizza per prima perché bisogna preparare la zona interessata dal massaggio creando le migliori condizioni.
Bisogna raggiungere una buona viscosità tissutale e creare una discreta iperemia per l’esecuzione della seconda parte del trattamento.

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